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L’ultima legione

Mi piacciono i film di fantastoria e non ho particolari pregiudizi nei confronti dei film tratti da libri, anche nel caso in cui il cartaceo mi sia particolarmente piaciuto (questo è uno di quei casi). Il film è tratto dall’omonimo libro di Valerio Massimo Manfredi, un romanzo con una precisa ambientazione storica. Non ho la pretesa che un film storico debba essere rigoroso in tutti i dettagli, un film è cosa diversa da un documentario e per coinvolgere maggiormente lo spettatore credo sia accettabile qualche sacrificio. Di solito.

Questo non è uno di quei casi: il film sembra essere fatto a beneficio esclusivo di un pubblico americano piuttosto infantile e le distorsioni storiche nella maggior parte dei casi non hanno alcuna ragion d’essere. La storia d’amore ficcata a tutti i costi nella trama tra il protagonista e la bella guerriera indiana è inutile e assolutamente forzata. Posso capire i castelli medievali sullo sfondo, posso capire la necessità di spostare la capitale da Ravenna a Roma (probabilmente il pubblico non avrebbe capito), posso anche capire la necessità di far comparire continuamente allusioni a Merlino, Artù ed Excalibur ma non ne vedo il fine.

Il film è piuttosto noioso e ho scritto questa recensione il giorno dopo averlo visto perchè sicuramente in un paio di giorni avrei cominciato a dimenticarlo. E’ un film che non chiede nulla allo spettatore (se non due ore di tempo e un po’ di soldi) ma lascia molto poco in cambio. Peccato.
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