John Marcellus Huston (Nevada, 5 agosto 1906 – Middletown, 28 agosto 1987) è stato un regista, attore, sceneggiatore e scrittore statunitense naturalizzato irlandese. È considerato uno dei maestri del cinema hollywoodiano degli anni d’oro.
Nacque nella città di Nevada (Missouri) col nome John Marcellus Huston, dall’attore canadese Walter Huston e da Reah Gore, giornalista. I due si separano quando ha poco più di tre anni e, rimasto a vivere con la madre e con la nonna, John trascorre un’infanzia e un’adolescenza movimentate, tra una città e l’altra degli Stati Uniti, fino a che sua madre si risposa con Howard E. Stevens, importante dirigente di una compagnia ferroviaria, andando a stabilirsi nel Minnesota.
Tra gli undici e i tredici anni, John è afflitto da un disturbo di crescita, erroneamente diagnosticato come grave malattia renale, per cui viene ricoverato in una clinica e sottoposto a una dieta ipocalorica e ipoproteica. Solo qualche mese dopo, compreso che si trattava di un falso allarme, i medici ne autorizzano la dimissione. Trasferitosi in California con la famiglia, John si iscrive a una scuola superiore di Los Angeles, si avvicina alle arti figurative, studia il francese e impara i rudimenti del pugilato, vincendo anche un campionato di dilettanti.
Quando viene a sapere che suo padre, ormai quarantenne, ha fatto il suo esordio a Broadway, decide di andare a trovarlo e comincia ad avvicinarsi al mondo della cultura, facendo la conoscenza di diverse personalità dell’epoca quali Francis Scott Fitzgerald, Eugene O’Neill, Theodore Dreiser e Sinclair Lewis. Grazie al loro appoggio, inizia a pubblicare i primi racconti sulla prestigiosa rivista American Mercury.
Nel 1929 viene convocato da Samuel Goldwyn a Hollywood dove, per una paga di 150 dollari alla settimana, firma il suo primo contratto come sceneggiatore alla Metro, poi alla Universal Pictures, e lavora alla riscrittura di La sposa nella tempesta (1931), diretto da William Wyler. Dopo un breve e infruttuoso periodo alla Gaumont-British di Londra, torna a Hollywood dove nel 1938 viene messo sotto contratto dalla Warner. In quel periodo, la Warner produce ben 60 film all’anno e, trattandosi soprattutto di pellicole d’azione e d’avventura, viene data enorme importanza alla storia e agli sceneggiatori, mentre ad esempio alla Metro, che basa il suo fatturato sui divi, si privilegia il lavoro dei registi.
I primi film Warner a cui Huston lavora sono di origine teatrale: Il sapore del delitto (1938), diretto da Anatole Litvak, e Figlia del vento (1938), un melodramma di ambientazione sudista su misura per Bette Davis, che con questa pellicola desidera prendersi una rivincita su Via col vento (1939), per il quale non ha ottenuto la parte di Rossella. Tra i lavori successivi, assume un’importanza fondamentale Una pallottola per Roy (1941), che permette a Humphrey Bogart il salto di qualità e gli dà la patente di protagonista.
Proprio il talento dimostrato con quest’ultima sceneggiatura dà a Huston l’opportunità di realizzare il primo film come regista. Il mistero del falco (1941), dal romanzo di Dashiell Hammett Il falcone maltese che era già stato portato sullo schermo nel 1931 (The Maltese Falcon) e nel 1936 (Satan Met a Lady), ma senza successo. Huston ne prepara una sceneggiatura straordinariamente fedele all’originale e Jack Warner affida a lui stesso la regia, assegnandogli però un budget limitato. Il film viene pertanto realizzato tutto in interni, e senza nessun divo di primissimo piano, ma proprio l’oculatezza di Huston nella scelta degli attori (a parte il già noto Bogart, anche la dark lady Mary Astor, Peter Lorre, Sydney Greenstreet e suo padre Walter Huston in un piccolo ruolo non accreditato nei titoli) e la sua inaspettata capacità nel dirigerli e nell’ideare le scene faranno de Il mistero del falco un cult movie per almeno tre generazioni di cinefili.
Il successo del film sorprende gli stessi dirigenti della casa cinematografica, che si affrettano ad annunciarne un sequel, che però non verrà mai realizzato. La seconda regia che viene affidata a Huston è un film ad alto costo, In questa nostra vita (1942) con Bette Davis, Olivia de Havilland e George Brent. Segue Agguato ai tropici (1942), che rivede insieme buona parte del cast de Il mistero del falco. Proprio qualche giorno prima del termine delle riprese, il regista riceve una convocazione urgente dall’esercito(da cui si era congedato con il grado di tenente) che lo richiama in servizio.
Al seguito delle forze alleate, Huston realizza tre documentari di propaganda bellica, uno dei quali girato nelle Isole Aleutine, e uno (The Battle of San Pietro) girato in Italia. Questo film è talmente realistico e impressionante, che le autorità militari ne vietano la proiezione. Solo grazie all’interessamento del generale Marshall verrà poi concessa l’autorizzazione. Il terzo documentario, girato in un ospedale psichiatrico militare, viene proibito per lo stesso motivo: non verrà mai proiettato e oggi sembra che sia andato perduto. In realtà esiste ed è liberamente ottenibile, assieme agli altri due documentari precedenti, sul sito archive.org.
Tornato in patria, Huston si dedica alla trasposizione cinematografica del romanzo dello scrittore B. Traven, Il tesoro della Sierra Madre, girando l’omonima pellicola (1947) nella quale Bogart avrà l’opportunità di dimostrare nuovamente le proprie capacità di grande attore e, subito dopo, L’isola di corallo (1948), in cui lo stesso attore è affiancato dalla giovanissima moglie Lauren Bacall. Nel 1950 è il turno di Giungla d’asfalto, da molti giudicato il capolavoro di Huston, al quale fanno seguito grandi successi quali La regina d’Africa (1951), Moulin Rouge (1952) e Moby Dick (1956). Poco successo riscuote invece Il tesoro dell’Africa (1953). Nel cast de Gli spostati (1960), Huston riunisce Marilyn Monroe, Clark Gable e Montgomery Clift. Per i primi due, questo film sarà l’ultimo della carriera, in quanto i due attori andranno subito dopo incontro a una prematura morte.
Nel 1966 il produttore Dino De Laurentiis gli affida la direzione di La Bibbia, kolossal girato in Italia e basato sulla Genesi che però, a fronte degli enormi investimenti, si rivela un fallimento sia sul piano commerciale che artistico. Ne La Bibbia, Huston si ritaglia la significativa parte del patriarca Noè, inizialmente offerta a Charlie Chaplin e ad Alec Guinness. Dopo alcuni film girati in Europa, Huston torna negli Stati Uniti nel 1972 per realizzare un altro film amato dai critici e dai cinefili: si tratta di Città amara, un film sul mondo del pugilato che affronta il tema dalla parte dei perdenti.
Al costoso progetto tratto da Kipling e intitolato L’uomo che volle farsi re (1975), fa seguito un periodo di inattività dovuto a problemi di salute e a un intervento per l’impianto di un pacemaker. Tra le ultime opere della sua carriera, sono da ricordare Fuga per la vittoria (1981) e L’onore dei Prizzi (1985), che farà guadagnare a sua figlia Anjelica un Oscar, analogamente a quanto era capitato nel 1948 con Il tesoro della Sierra Madre a suo padre Walter. Nel 1987 gira il suo ultimo film The Dead – Gente di Dublino tratto dal racconto I morti di James Joyce. Il film, acclamato dalla critica diviene quindi il suo testamento spirituale.