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La città incantata

La città incantataProtagonista del film è Chihiro, una bambina di 10 anni che sta vivendo quello che, alla sua età, è un piccolo trauma: lei e i suoi genitori stanno traslocando e si stanno recando in macchina nella nuova casa dove li aspettano i traslocatori.
Il film è stato realizzato nel 2001 ed è ambientato all’incirca nello stesso periodo, almeno nelle parti iniziale e finale, è realizzato in modo tecnicamente stupendo e non a caso è il più costoso realizzato dallo Studio Ghibli (almeno fino ad ora).
Ha trionfato in Giappone, osannato da pubblico e da critica ed ha avuto un ottimo successo anche all’estero vincendo una carrettata di premi tra cui, in particolare, l’oscar per il miglior film di animazione nel 2003 e l’orso d’oro del festival di Berlino del 2002.

Dicevamo di Chihiro, una normalissima bambina un po’ annoiata e un po’ infastidita, seduta sul sedile posteriore dell’Audi dei genitori. La famiglia sta andando a vedere per la prima volta la nuova casa e si perdono in una strana strada solitaria e non asfaltata che costeggia un bosco (la classica scorciatoia che il padre alla guida imbocca, pur di non ammettere di essersi perso e di non chiedere indicazioni).

All’imboccatura di un tunnel si devono fermare: una specie di statua in pietra a forma di panettone gli impedisce di andare avanti, incuriositi, scendono dalla macchina e iniziano ad esplorare le costruzioni che hanno davanti. Sembrano edifici antichi ma non lo sono, il padre ipotizza che sia un luna park costruito negli anni ’90 e abbandonato a causa della crisi economica, è tutto finto, di cartone e non di pietra come sembra.

Nonostante le proteste di Chihiro i genitori si addentrano nel tunnel e iniziano ad esplorare gli strani edifici immersi immersi nel verde finchè non vengono attirati da un buon profumo di cibo. Camminando in una specie di città fantasma trovano delle bancarelle imbandite, ricche di cibi deliziosi degne dei migliori ristoranti, non c’è nessuno ma i genitori di Chihiro, affamati, si servono da soli e cominciano a mangiare, pronti a pagare per il lauto pranzo nel caso in cui si facesse vivo qualcuno.

Chihiro non mangia e cerca di convincere i genitori a non toccare niente, senza esito. Mentre i suoi si ingozzano Chihiro continua l’esplorazione scoprendo cose strane e incontrando un ragazzo: Haku.
Pur avendo l’aspetto di un ragazzo Haku in realtà un maestro e mette in guardia la ragazza invitandola a scappare prima che faccia buio. Chihiro corre a cercare i genitori scoprendo che questi si sono trasformati in porci, come i compagni di Ulisse nell’Odissea. La ragazza scappa via terrorizzate e pian piano si scopre che la città non è una luna park abbandonato ma un complesso termale frequentato nottetempo dagli spiriti della natura.

Da questo punto in poi si entra in una dimensione onirica, Chihiro viene catapultata in un mondo fantastico dove deve imparare a cavarsela, lavorare, vincere le sue paure… in altre parole crescere. Vive la sua avventura preoccupata di salvare i suoi genitori pià ancora che della sua stessa incolumità nonostante le disavventure che le capiteranno e gli incredibili personaggi che incontrerà (tra questi ritroveremo gli makkurokurosuke che avevamo conosciuto in Totoro)

Finalmente Chihiro riuscirà a uscire dalla città termale, i suoi genitori, tornati ad avere un aspetto umano, non ricorderanno niente di quanto è successo: è stato un sogno o er la realtà?

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