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Attrice

Mae West

Mae WestMae West, nata Mary Jean West (New York, 17 agosto 1893 – Los Angeles, 22 novembre 1980), è stata un’attrice statunitense e, prima ancora, una star del musical: è stata inoltre il primo vero e proprio sex symbol del cinema, scandalizzando l’America perbenista e puritana del suo tempo, anche grazie a battute allusive come «Hai in tasca una pistola o sei semplicemente felice di vedermi?».

Dotata di un piccante senso dell’ironia e di curve sinuose e abbondanti, che esibiva in pose languide e provocanti, raggiunse il successo cinematografico dopo aver compiuto i 40 anni e fu maestra del doppiosenso. Sceneggiò la maggior parte delle proprie interpretazioni e volle sempre scegliere personalmente i partner cinematografici, privilegio raramente concesso ad altre dive del cinema.

L’American Film Institute ha inserito la West al quindicesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema.

Debuttò nel cinema relativamente tardi, quando nel 1932 la Paramount la scritturò come co-protagonista di George Raft nel film Night After Night, in cui le venne data l’opportunità di riscrivere le sue battute; in tal modo Mae West riuscì ad attirare tutte le attenzioni su di sé. Grazie al successo riscosso dall’attrice in questa piccola parte, la Paramount decise di farne la protagonista di quello che sarà considerato il miglior film della West: Lady Lou – La donna fatale (1933), per la regia di Lowell Sherman, tratto dalla commedia Diamond Lil, che la West stessa aveva scritto e rappresentato nel 1928. In questa spassosa commedia, ambientata nella New York della fine Ottocento, Mae West interpretò con irriverente disinvoltura una formosa e ironica cantante di saloon, che si trova coinvolta in un traffico di prostitute, ma che verrà però “salvata” (ovvero “sposata”) da un attraente agente di polizia, interpretato da un giovanissimo e quasi esordiente Cary Grant. In questo film la West ebbe ampia opportunità di dimostrare la sua inesauribile verve, esibendosi in piccanti freddure e allusioni: alla domanda «Nessun uomo l’ha mai fatta felice?», lei risponde «Sicuro. Un sacco di volte».

In seguito interpretò alcuni film di grande successo, di cui lei stessa scrisse le sceneggiature, come Non sono un angelo (1933) di Wesley Ruggles, sempre accanto a Cary Grant, Belle of the Nineties (1934) di Leo McCarey, e Annie del Klondike (1936) di Raoul Walsh.

Dopo la rottura del suo contratto con la Paramount, Mae West venne scritturata dalla Universal, che la affiancò al caustico commediante W.C. Fields nella commedia Mia bella pollastrella (1940) di Edward F. Cline; l’idea di un’accoppiata del genere portò i produttori a puntare su un film che, nonostante le pessime critiche, fu la pellicola di maggior successo del 1940, seconda solo a Via col vento (1939). I rapporti tra i due attori sul set furono comunque contrastati. Dopo il mediocre The Heat’s On, girato nel 1943 per la Columbia, l’attrice decise di abbandonare il cinema.

Nel 1950 le venne proposto il ruolo di Norma Desmond in Viale del tramonto (1950), ma il regista Billy Wilder cambiò idea quando l’attrice, come sua abitudine, pretese di riscrivere la sceneggiatura. La West perse l’opportunità di affrontare un ruolo (in seguito interpretato superbamente da Gloria Swanson), che avrebbe potuto darle ancora grande fama. Preferì invece continuare la sua attività di attrice teatrale, riproponendo con successo a Broadway la sua commedia Diamond Lil, che andò in scena dal 1949 al ’51. Fu anche attiva come scrittrice, pubblicando nel 1953 il romanzo The constant sinner (tradotto in Italia come L’eterna peccatrice) e nel 1959 un’audace autobiografia dal titolo Goodness Had Nothing to Do With It.

Nel 1970, dopo quasi trent’anni di lontananza dallo schermo, tornò al cinema interpretando nuovamente la parte di una vamp nel disastroso film Il caso Myra Breckinridge (1970) di Michael Sarne, con Raquel Welch e John Huston, tratto da un racconto satirico di Gore Vidal, ma solo perché le era stato concesso di riscriversi le battute. La sua ultima interpretazione risale al 1978 nel film Sextette di Ken Hughes, con Timothy Dalton e Tony Curtis, dove apparve ormai ottantacinquenne.

Morì nel 1980 a Los Angeles per cause naturali.

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