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Drammatico

La pazza gioia

Villa Biondi, nei dintorni di Pistoia, è una comunità per donne affette da disturbi mentali. Qui si incontrano Beatrice, una donna che si atteggia a gran signora finita lì come per caso, e Donatella, una giovane introversa e diffidente. Le due donne stringono un’inaspettata amicizia, che spinge i responsabili a sceglierle per un programma rieducativo di lavoro in un vivaio della zona.

Proprio lì, un giorno che il pulmino che dovrebbe riaccompagnarle in struttura ritarda, le due fuggono insieme su un autobus di linea e si ritrovano, finalmente libere, in un centro commerciale. Inseguite dagli operatori di Villa Biondi, trovano aiuto in un passante che dà loro un passaggio. L’uomo però sembra avere cattive intenzioni e, cogliendo al balzo un’occasione, Donatella scivola sul sedile di guida e scappa con l’amica rubando la macchina.

Euforiche per la fuga, le due donne ignorano le chiamate degli operatori che vorrebbero riportarle al sicuro, e decidono invece di recarsi da una veggente che, ad Uzzano, dà loro risposte sibilline e riaccende la speranza su antichi fantasmi, legati a un figlio che Donatella non vede più da anni e a un amante di Beatrice, un certo Renato, che l’ha abbandonata. Ciò innesca una crisi che, in assenza ormai di medicinali, è solo lo spirito positivo di Beatrice a calmare, invitando l’amica ad andare a divertirsi a Montecatini.

Qui riescono a barcamenarsi finché il legittimo proprietario dell’autovettura non le scova e se la riprende. Finiscono allora dalla madre di Donatella, che ha rintracciato la figlia col telefono dopo essere stata sollecitata dagli operatori sanitari. La donna, che fa la badante, propone di ospitarle una notte, essendo ormai tardi, con l’intenzione di farle poi venire a riprendere il mattino successivo, ma le due fuggono di nuovo, dopo aver rubato farmaci e soldi.

Con l’autostop arrivano a Viareggio e trascinate dall’irrefrenabile voglia di Beatrice di darsi alla pazza gioia, si fanno rimorchiare da alcuni ragazzi, che le portano in discoteca. Arrivano proprio in un locale di Marina di Pietrasanta dove Donatella aveva lavorato e dove incontra Maurizio, il suo ex-datore di lavoro che l’ha rovinata mettendola incinta e abbandonandola. In seguito a una colluttazione in cui partecipa anche Beatrice arrivano i carabinieri che le separano: Donatella sarà presa in custodia e, dopo essere stata scaricata dal padre, musicista al lumicino, viene destinata a un OPG, poiché socialmente pericolosa.

L’altra nel frattempo si è dileguata e irrompe, la mattina dopo, nella casa all’Argentario dell’ex-marito, un famoso avvocato. Rimasta sola con lui, che la desidera ancora nonostante lei l’abbia lasciato inguaiandosi con il fantomatico Renato e lui si sia risposato, vanno a letto insieme e, dopo averlo sedato, Beatrice fugge di nuovo col cellulare del marito, soldi e gioielli. Fingendosi l’avvocato stesso, scopre tutto sul conto dell’amica, su come si sia inguaiata, su dove si trovi adesso e su quale famiglia abbia in affido suo figlio. Con un taxi decide quindi di andare a liberarla presso l’OPG di Castiglione delle Stiviere. Arrivata all’OPG, Beatrice riesce rocambolescamente a corrompere un’infermiera e a far recapitare a Donatella, che nel frattempo è ricaduta nella depressione più nera, una busta con un indirizzo e un bracciale del valore di 35.000 euro. Fa sosta anche a casa di Renato, il suo ex-amante, venendo salvata da una scena penosa solo grazie al tassista.

Donatella riesce a fuggire, e riparare a Capannori, dove l’aspetta Beatrice, nella bella villa di sua madre. Qui, mentre una troupe sta girando un film, le due finiscono tra le comparse e, truccate e abbigliate con costumi d’epoca, scappano su una decappottabile storica, riuscendo a dirigersi verso la casa dei genitori adottivi del figlio di Donatella. Mentre Beatrice parla con questi ultimi, distraendoli, Donatella riesce a spiare il figlio, che ormai non la riconosce nemmeno più.

Sconsolate, le due si ritrovano di nuovo senza meta, arrivando a tarda serata in piazza Mazzini a Viareggio, dove sciolgono le proprie paure e si confidano l’un l’altra. Quando il personale di villa Biondi riesce infine a ritrovarle, Beatrice viene riacciuffata, mentre Donatella scappa ancora: investita da uno scooter, ha la forza di scappare ancora e nascondersi in spiaggia dove si sveglia la mattina dopo, stanca, sporca e livida.

Il caso però vuole che quel giorno la famiglia adottiva di suo figlio sia andata al mare e che la donna si ritrovi, per qualche minuto, faccia a faccia col suo bambino, sorvegliata dagli occhi dei genitori adottivi che non intervengono, per evitare conflitti e un potenziale trauma per il piccolo. La donna, dopo aver fatto il bagno col bambino, gli parla e prende con lui l’impegno di rivederlo dopo che si sarà fatta curare, quindi va via, ormai pacificata, perché ora ha un progetto di vita. Con uno sforzo estremo riesce ad arrivare a piedi ai cancelli di villa Biondi, dove l’amica la sta aspettando.

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