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The Woman in Black

Siamo nell’Inghilterra vittoriana, Arthur Kipps (Daniel Radcliffe) è un giovane avvocato rimasto vedovo che accudisce il figlio di tre anni lavorando duramente nello studio dove svolge il praticantato. Viene incaricato di occuparsi del testamento di una cliente defunta e deve quindi recarsi a visitare la casa di questa, in uno sperduto villaggio della campagna inglese.
Una casa sperduta tra nebbie e paludi, rumori sinistri e ragnatele, presenze inquietanti e, come se non bastasse, Harry Potter improvvisamente diventato adulto nel ruolo del protagonista, potevano le premesse per la riuscita del film essere peggiori di queste?

E invece il film funziona, usa senza abusare degli effetti speciali e della moderna tecnologia, è ben diretto e interpretato e, soprattutto, ha un ritmo che riesce veramente a mettere paura allo spettatore facendo dimenticare i luoghi comuni dell’atmosfera iniziale per concentrarsi sulle stranezze che si verificano nella casa e nel villaggio, sospese tra soprannaturale e terreno.
Una maledizione infatti incombe sulla casa e sul villaggio e questa è la causa dei tanti suicidi e delle presenze che si manifestano in alcuni momenti. Gli abitanti del villaggio vivono nella paura ma faticano ad accettare la spiegazione ultra-terrena e in fondo cercano una causa razionale, le vittime della maledizione sono però i bambini e quindi nessuno se la sente di rischiare e di sottovalutare le spiegazioni irrazionali.
Con un ritmo serrato lo spettatore viene portato verso la conclusione del film e la naturale fine della maledizione, il finale invece si rivelerà più sorprendente del previsto.

Sito ufficiale del film.

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