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Non aprite quella porta

Non aprite quella portaUscito nelle sale cinematografiche statunitensi nel 1974 con il titolo di “The Texas chain saw massacre”, “Non aprite quella porta” è uno dei film horror più inquietanti e disturbanti della storia del cinema.
La pellicola, dopo un breve prologo della voce narrante preannuncia la storia che seguirà come se si trattasse di un reale fatto di cronaca, si apre su un gruppetto di cinque ragazzi che, in pausa dal college, sono in viaggio per un weekend.
Sono da poco partiti dalla loro cittadina e, costeggiando il cimitero, lo trovano completamente vandalizzato, tanto da fuggire terrorizzati. Continuando il viaggio, si imbattono in un autostoppista che, dopo aver percorso un pezzo di tragitto con loro, si farà buttare fuori dall’auto per aver dato segni di pazzia, ferendo sè stesso ed uno dei ragazzi con una lama.
Dopo breve, i ragazzi si fermano e si dividono, dal momento che una delle due coppie del gruppo decide di cercare un posto dove fare un bagno: troveranno una piscina priva di acqua di fronte ad una villetta, ed il ragazzo, Kirk, lasciando la fidanzata Pam fuori in giardino, decide di bussare alla porta per chiedere informazioni sulla piscina che sembra in disuso.
La porta si aprirà da sola e Kirk, affacciatosi all’interno, verrà aggredito a colpi di mannaia da un uomo coperto da una maschera di pelle, che lo porterà in una stanza arredata come una macelleria chiudendosi la porta alle spalle.
Nel frattempo, Pam, insospettita dal ritardo del ragazzo, entra anche lei nella casa. Dopo aver scoperto diversi resti umani, viene aggredita da Leatherface, letteralmente Faccia di Cuoio, e appesa ad un gancio, costretta ad assistere allo smembramento di Kirk.
A questo punto ad arrivare alla casa è l’amico Jerry, che verrà ucciso a sua volta, mentre la fidanzata Sally, rimasta fuori con il fratello Franklin, verranno inseguiti all’esterno da Leatherface, che ucciderà il ragazzo e inseguirà la ragazza, che fuggirà proprio all’interno della villa, dove scoprirà vivere anche il nonno di Leatherface, e dove si svolge una delle scene più famose del film: Sally viene obbligata a cenare con la terribile famiglia, della quale scopre far parte anche l’autostoppista incontrato all’inizio del film, in realtà fratello di Leatherface.
Dopo diverse peripezie, in un tentativo di fuga che vedrà Sally trovare aiuto in un camionista, che rimarrà ucciso insieme al fratello di Faccia di Cuoio, e nel conducente di un pick up che la trarrà finalmente in salvo, la ragazza, in viaggio nel retro del furgone, si allontana da Leatherface, ridendo istericamente, distrutta dall’esperienza subita.
Il film risulta per tutta la sua durata, nonostante gli effetti speciali e la fotografia siano molto datati, un vero e proprio viaggio nel terrore, grazie all’ottimo lavoro del regista Tobe Hooper e alla bravura degli attori, primo fra tutti Gunnar Hansen, che ha lavorato a lungo sul personaggio di Leatherface.
Infine, a differenza di come è stato pubblicizzato all’uscita, Non aprite quella porta è una storia vera solo in parte, ma le reali vicende da cui la pellicola ha tratto spunto rendono il film ancora più inquietante.

Questo che avete letto è un guest post di Gianluigi Salvi

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